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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Un maratoneta giapponese

Perché il suo non era un corpo lo hai odiato, la faccia un confetto  succhiato fino al bolo dell'amaro le gambe due legni di sandalo sangue non finito spezzato  all'ingrosso galleggiano sull'asfalto,  la bocca spalancata quella bocca di pesce ventosa  che succhia il vetro del televisore.  Tutto lo hai odiato quel maratoneta - volto, gambe e bocca -  inseguito dalla fine che non finisce strizzato nell'agonia che non uccide nella fatica che non vorrebbe premiarlo stoccafisso ostile agli applausi e alle grida di tutti noi intorno a lui che speriamo cadrà prima del traguardo, si scioglierà nell'aria - e tu più degli altri lo vuoi morto perché ha coraggio, lui più infame  del suo corpo sfasciato  col corpo arriva davanti a tutti  gli avversari e gli spettatori sale sul gradino del vincitore indossa l'oro ascolta l'inno di un paese lontano quanto il suo e ingoia il discorso dello sconfitto -  pensato ieri (gli piaceva tanto). ...