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Fear of the Comforters, translation by Samuel Fleck

Foto di Enrico Fedrigoli dalla locandina dello spettacolo Nikola Tesla. Lectures di e con Lorenzo Bazzocchi


He blacks out the mirrors he rolls up
like a mat under the bed
so that no one can find him but someone
picks up the scent of his sleep and his breath.
He paints a stroke of grey
over his shadow to cover it but
someone calls out to him because they saw him
turning the corner wrapped in cellophane.
He squeezes himself into the bottom
of the umbrella stand: he doesn’t breathe.
Not even the night can hide:
a noise draws him out of his vice.
Here come the comedians struck with Alzheimer’s
they want to entertain him they repeat
their excruciating tongue-twisters
(insofar as they remember them).
He confronts them with their failures
to shut them up but it’s futile:
they splatter the moral on his face
they tickle his belly
they put their hands in his pants
they force him to admit his mistakes.
They want to make him laugh at his own expense
no use turning off the television
their movements slide along the walls
they want to comfort him.


Paura dei consolatori


Oscura gli specchi si arrotola
come una stuoia sotto il letto
perché non lo trovino ma qualcuno
sente l’odore del sonno e del fiato.
Passa una mano di grigio
sulla sua ombra per coprirla ma
qualcuno lo chiama perché lo ha visto
svoltare l’angolo avvolto nel cellophane.
Si preme a fondo nel portaombrelli: non respira.
Non può nascondersi neanche la notte:
un rumore lo stana dal suo vizio.
Arrivano i comici malati di Alzheimer
vogliono divertirlo ripetono
i loro atroci scioglilingua
(se almeno li ricordassero).
Lui gli rinfaccia i loro fallimenti
per azzittirli ma non ci riesce:
gli spiaccicano la morale sul muso
gli fanno il solletico sulla pancia
gli mettono le mani nelle mutande
lo costringono ad ammettere i suoi torti.
Vogliono farlo ridere alle sue spalle
inutile spegnere il televisore
i loro gesti scivolano lungo i muri
vogliono consolarlo

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