Passa ai contenuti principali

Il riciclo secondo lo spazzino



I testi sono chiari
e per il resto un'unica incisione:
lo spirito e il congegno
l'organismo e il meccanismo
che si arresta le labbra
e il boccaglio il mantice
e il soffio tra i denti -
residuati in disuso 
allineati in un saluto militare.
Sei tu che parti loro si allontanano
dalla tua ombra che unisce le sagome:
mescoli il sangue con l'olio
dell'ingranaggio il cuore fermo
sui minuti con l'orologio
l'odore delle calze e i piedi che le svuotano -
vizi di forma smessi con i vestiti
le inadempienze scordate nella ressa
degli strumenti alla fine del gioco
allineati per salutare un altro
con la stessa sciatteria delle persone
e con l'aria smarrita delle cose.




I testi sono chiari:
nello stesso inventario
l’anima e il congegno
l’organismo e il meccanismo
che si arresta le labbra
e il boccaglio il mantice
e il soffio tra i denti –
gli oggetti in disuso
allineati in un addio allegro.
Sei tu che parti loro si allontanano
dalla tua ombra che unisce le sagome:
confondi il sangue con l’olio
dell’ingranaggio il cuore fermo
sui minuti con l’orologio
l’odore delle calze e i piedi che le svuotano.
Hanno occhi gli oggetti che ti dimenticano
sono oggetti i volti che si rapprendono
in una luce sabbiosa nei ritratti –
vizi di forma smessi con i vestiti
le inadempienze scordate nella ressa
degli strumenti alla fine del gioco
allineati per salutare un altro
con lo stessa sciatteria delle persone
e con l’aria smarrita delle cose.

 e le sciarpe

che per tua madre potevano proteggere

le ossa dal freddo

la carne dalle ferite –

una sciarpa di lana per la gola

una sciarpa per le vene tagliate

e una per il costato di Cristo.




Commenti

Post popolari in questo blog

Collaborazionisti

Gatto collaborazionista con Giuseppe Ungaretti Dopo due giri nella lavatrice l'anima del gatto è un po' meno sua  con un orecchio ascolta il notiziario l'altro è una conchiglia per il tuo pianto  una vibrissa ti cerca parole come il naso del servo il suo padrone. Capita anche a loro di contraddirsi: lavoreranno per la polizia i gatti che appallottolano versi e li regalano senza pentimenti al primo confessore di passaggio  - nessuna posa da bottega del mistero -; i segreti li mettono da parte per le conferenze degli anti-poeti, solo per loro soffiano endecasillabi solo per loro inarcano la schiena come i gattacci di Pasolini.

In scena

Cornelis Escher. Tre sfere II, 1946, litografia PRIMA Nerio aveva portato le mie borse per tre chilometri il giorno in cui rischiavo di perdere il treno. Quasi mi salvò la vita, quando mi prestò il denaro che non avevo avuto il coraggio di chiedergli. Per qualche mese abbiamo amato la stessa ragazza, abbiamo litigato ma siamo rimasti amici. Nerio: attore, atleta, mezzofondista formidabile (avrebbe potuto partecipare alle Olimpiadi).  Ci eravamo conosciuti in teatro. Facevamo parte di una compagnia di filodrammatici.  Mettevamo in scena commedie napoletane: Scarpetta, Eduardo, Viviani. A me davano parti in lingua, perché col napoletano ero scarso. Quasi sempre il nobile in disarmo, a volte il prete o l’avvocato maneggione. Nerio invece addomesticava le parole come nessuno; ti sparava dei gramelot incredibili: un genovese, sentendo il suo strascico di  ueh e sfaccimme, lo avrebbe detto di Afragola; un napoletano il suo finto ligure se lo sarebbe bevuto in un sorso. Un gio...

L'intellettuale in ombra (revisited)

  Vivo qui da anni e non ho mai incontrato un intellettuale. "In città non ne troverai", mi hanno detto. L'affermazione è troppo perentoria. Perché non è possibile che un chilometro quadrato qualsiasi di un qualsiasi luogo della terra ne sia privo; parlo degli intellettuali, delle sottospecie più varie: scrittori, cioè romanzieri, poeti e saggisti, oppure storici, storici dell'arte, studiosi di tradizioni locali, antropologi, geografi, enologi, gastronomi (intellettuali anche loro). Da tempo la parola "intellettuale" ha assunto un senso negativo, che io non intendo attribuirgli, ma è vero: per molti intellettuali, l’aggettivo sostantivato che li definisce già da solo rappresenta un insulto. Se gli si aggiunge la locuzione “in ombra” [1] , l’insulto diventa oltraggio. Non so se tra gli intellettuali vadano compresi gli artisti. “Qui mancano pure quelli”. Se si trattasse solo di avvertirne le vibrazioni in un incontro casuale per strada, non sarebbe difficil...