Neanche il nemico ci odiava abbastanza
le sue fionde di polvere i suoi sputi
non ci avrebbero fatto più male
del respiro di una vecchia puttana
con i denti di ceramica ma è accaduto:
in testa alla fila ho avuto paura
di morire e rinascere per incontrarvi.
Sono tornato a passo di gambero
nelle retrovie per somigliarvi:
perché mi avete riconosciuto?
Non voglio imparare dai vostri errori
e non parlatemi di Sun Tzu:
l'ars bellandi si impara in corsia
dov'è la linea Gustav del dottore
la sua lingua intarsiata di K.
Voglio fare la pace con gli anni
inesplosi delle fughe da fermo
nel mio cuore sfibrato di figlio
(era lì che mio padre moriva).
La mia smorfia si specchia nella vostra:
ha la stessa calvizie le parole
vive come cani impagliati.
Le mie idee ladre le ho rubate a voi
e voi mi chiedete cosa penso dell'arte
di stare al mondo e fargli la guerra:
penso tutto ciò che pensate voi
ma non ho il diritto di confessarlo.
Commenti
Posta un commento