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Visualizzazione dei post da 2020

Il disegno stilizzato

Painters on the cables of the Brooklyn Bridge , Ottobre 1914, fotografia di Eugene De Salignac Noi disegnavamo uomini di stanghe  la testa un cerchio gli occhi due  punti la bocca una u un po' più larga. Lui gonfiava la stanga del tronco  inseriva un cuore di precisione aggiungeva alle mani le unghie i solchi vinilici dei polpastrelli:  non ancora arte e non più un gioco quel suo applicarsi esatto e feroce. Noi altri gli alunni senza talento  lo invidiavamo il terzultimo della  classe che con la matita scavava  la fossa alla nostra insipienza  lo invidiavamo e avevamo torto - non sapevamo che la sua libertà era chiusa in quell'ora di disegni  forzati - la fantasia un difetto  dell'obbedienza, lo sprofondo in una miniera guardata dal fiato del maestro. Quando era a casa l'A rtefice - così lo chiamavamo -   preso nella rete dell'incertezza -  perché non sapeva a cosa obbedire -   per disegnare un uomo  tracci...

Confessione di G. a L.

Graciela Iturbide, Angel Woman, 1979 (Nessun oggetto) Preferisco il tuo vizio  alla mia innocenza  tu figlia e sorella di baci non miei - io la faccia sotto il tavolo a respirare la carne  di estati  e inverni a guardare col naso  la goccia  d'olio leccata sull'orlo del recipiente nello scantinato   II Lì aspetti me la mia insufficienza me che indosso l'accappatoio di Apollo - dico il pugile non il  dio,  lo scorticatore non il  poeta  da camera - io  con   te nel libro delle somiglianze - III E tu lì dal fondo del paragrafo mi chiedi un bacio perché ricordi ho lo stesso odore di tuo zio (vecchio come me forse di più)   IV Nella sera in cui sparano  fuochi  per la Madonna  dei  cafoni -  nerissima ha in braccio un Bambino  caucasico  -  i loggionisti c...

L'intellettuale in ombra

Qui sto bene. Ci vivo da anni e non ho ancora incontrato un intellettuale.  "Non ne troverai mai uno", mi hanno detto. L'affermazione è perentoria in modo irritante. Perché non è possibile che un chilometro quadrato qualsiasi di un qualsiasi luogo della terra ne sia privo; parlo degli intellettuali, delle sottospecie più varie: scrittori, cioè romanzieri, poeti e saggisti, oppure storici, storici dell'arte, studiosi di tradizioni locali, geografi, enologi e gastronomi (intellettuali anche loro).  Perché da troppo tempo il termine "intellettuale" ha assunto una connotazione negativa, che io non intendo dargli, ma che per qualcuno corrisponde a un insulto.  E poi perché non so se nella categoria degli intellettuali vadano compresi gli artisti. "Qui mancano pure quelli" , mi hanno detto. Un viale sgombro di intellettuali non l'avevo mai visto, prima di trasferirmi qui.  Se si trattasse solo di avvertirne le vibrazioni in un incontro casua...

Autobiografia dell'eco

Soltanto quello che so ho inventato la tua schiena, lo scafo delle vertebre le vene illuminate dal tocco delle  dita e ogni respiro sul vetro un punto  croce, ogni sussulto delle begonie  un singhiozzo delle ossa nella terra - il nostro corpo non era un simulacro noi due impastati di cellule scorza  schiuma e incontrarsi a un semaforo prendersi distrattamente per mano solo un risvolto della separazione - quando sapevo tutto questo nessuna speranza mi molestava nessun bisbiglio di Dio  non dovevo credere che i nostri giorni fossero scorie della stessa truffa però io potevo immaginarti nella paura che tu fossi carne, pube sentirti sbadigliare in un'altra lingua -  tu più giovane di me fibra del vuoto    passavi nel mio sonno la prima volta

Paesaggio con casa

Merie Weismiller Wallace, Bruce Dern in Nebraska Il paese dagli tu un nome il paese l'isola dove non  sai guardare una coppia di  cigni naturalmente monogami gli altri animali anche loro pigri intorno alla fine del giorno in agguato e più in là la montagna. È  la tua casa solo ora che nessuno  diteggia il tuo nome sul citofono chi non ti chiama lì dove ti aspetta nessun abitante nessuno scrittore, anzi uno solo, che ha saputo morire per tempo, sua sola fortuna postuma indenne il ricordo di quelli che non  lo conoscono, la memoria un  privilegio che ha smesso di offenderlo.

Collaborazionisti

Gatto collaborazionista con Giuseppe Ungaretti Dopo due giri nella lavatrice l'anima del gatto è un po' meno sua  con un orecchio ascolta il notiziario l'altro è una conchiglia per il tuo pianto  una vibrissa ti cerca parole come il naso del servo il suo padrone. Capita anche a loro di contraddirsi: lavoreranno per la polizia i gatti che appallottolano versi e li regalano senza pentimenti al primo confessore di passaggio  - nessuna posa da bottega del mistero -; i segreti li mettono da parte per le conferenze degli anti-poeti, solo per loro soffiano endecasillabi solo per loro inarcano la schiena come i gattacci di Pasolini.

Passeggiata

Susan Sontag Anche oggi rincasa in purezza nessun livido sulla spalla  né addosso segni da questua  mattutina di confidenze tra  vicini di prigione. Quante pacche ha schivato digrignando l'anima. Gli è bastato assentarsi all'appello  degli esattori di weltanschauung (suona bene il tedesco nella carie) essere l'amico di qualcun altro gli è bastato voltarsi un istante prima ritrarre i pugni dentro le maniche per non rispondere ai buongiorno predatori delle ciglia, dei coiti. Così per amarli deve cancellare le loro orme sopra le sue santificare ogni partenza anche oggi perdonarli per il pane che gli hanno  offerto in cambio di un  bacio sugli occhi del figlio.

Al telefono con l'editore

– Buongiorno. Sono Eufrasia Telometto, della Telometto Edizioni. – Buongiorno, anche se sono le ventuno e trenta. – Mi scusi, ha ragione. Sa, il lavoro è tanto e capita che si perda il senso del tempo. Buona sera, giusto? – Buona sera a lei. Mi dica. – Possiamo darci del tu? – Certo! – Bene, volevo dirle che… – Non dovevamo darci del tu? – Mi scusi… ops… scusami. Volevo dirti che il suo-tuo libro, L’inquietudine della peristalsi, è pronto . – Vorrai dire La serenità della digestione . – Scusami. Sai, la nostra casa editrice ha centonovantatasette collane: ricordare tutti i titoli è impossibile. Proprio stamattina ne abbiamo inaugurata una dedicata a quelli che iniziano con “Sfeqr”. E qui ammetto di essere in difficoltà. – In che senso? – Trovare una collana per il tuo libro non è facile. – Dici per via dell’argomento? – Ah, ci diamo del tu? Benissimo! – Me l’avevi detto tu… – Ma certo! Scusami… sai, lo stress, le scadenze da rispettare… la promozione dei libri… le c...

Un maratoneta giapponese

Perché il suo non era un corpo lo hai odiato, la faccia un confetto  succhiato fino al bolo dell'amaro le gambe due legni di sandalo sangue non finito spezzato  all'ingrosso galleggiano sull'asfalto,  la bocca spalancata quella bocca di pesce ventosa  che succhia il vetro del televisore.  Tutto lo hai odiato quel maratoneta - volto, gambe e bocca -  inseguito dalla fine che non finisce strizzato nell'agonia che non uccide nella fatica che non vorrebbe premiarlo stoccafisso ostile agli applausi e alle grida di tutti noi intorno a lui che speriamo cadrà prima del traguardo, si scioglierà nell'aria - e tu più degli altri lo vuoi morto perché ha coraggio, lui più infame  del suo corpo sfasciato  col corpo arriva davanti a tutti  gli avversari e gli spettatori sale sul gradino del vincitore indossa l'oro ascolta l'inno di un paese lontano quanto il suo e ingoia il discorso dello sconfitto -  pensato ieri (gli piaceva tanto). ...