Charles de Foucauld |
Ho pietà di voi che mi amate
solo se rinnego le stagioni
ingorgate nella rada delle mie
ambizioni in pigiama
Mi chiedete di lavorare e di non
piangere anche se sapete che
mi manca il tempo:
come ascolto il rumore dei suoi passi
quando aspetto seduto nella sala
lei che arriva che non sa più il mio nome
come posso benedire il suo vizio
Ecco lavoro, cancello il sangue
dalle sacre immagini - questo resta
del vostro monumento al dovere:
il mio volto incollato pezzo a pezzo -
anime-giglio, figli di puttana
non vi basta avere avuto ragione?
Schiaccio per sbaglio una lumaca e non
maledico più i miei piedi, li chiamo
destino - da ragazzo avrei detto una
preghiera - ora sorrido aprendovi la
porta e anche oggi imparo a ringraziarvi
della vostra indecenza premurosa
che mi suona la sveglia nelle arterie
ora che accanto a voi saluto il sole
e spero che vi brucerà i capelli
come a me ha bruciato i pensieri
Da Tersite aveva lineamenti marcati di Facundo Filiano
Commenti
Posta un commento